ARTISTA
RENATA OLIVOTTI
ITALIA
ARTIST STATEMENT
Interazione spazio-donna 1
olio su tela
80 x 80 cm
Interazione spazio-donna 2
olio su tela
50 x 70 cm
Interazione spazio-donna 3
olio su tela
80 x 80 cm
Property of the artist
Il corpo fuori dal corpo
Il lavoro di Renata Olivotti ha in se il senso di un vissuto intenso e
l’ossessione di una ricerca tra i meandri.
Lo studio affannoso di chi considera l’apprendimento come l’acqua
senza la quale non è possibile la vita. Renata studia il corpo, quello
femminile in particolare, perché il corpo contiene tutte le dimensioni,
sia quelle note che quelle ignote.
Il corpo è materia da ritrarre e da indagare, da conoscere a fondo in
ogni sua piega e sfaccettatura.
Il corpo diventa comparazione e studio della storia del corpo in sistemi
di rappresentazione che hanno caratterizzato la storia dell’arte.
Renata focalizza la propria attenzione sulle arti pittoriche egizie e
su quel periodo misterioso e apparentemente involutivo, che parte
dalla cancellazione della memoria di quella classicità tramandata da
Roma, fino alle magie di Cimabue. La bidimensionalità è strumento
di narrazione dove tutto sta su un piano di rappresentazione e dove
il senso della profondità dipende da una sovrapposizione e non da un
chiaroscuro o da un inganno prospettico all’occhio per convergenza
di linee.
Quando si studia con ossessione il corpo e ne si padroneggia
l’anatomia, diventa consecutiva l’indagine su ciò che il corpo anima
e dirige.
Studiare l’animo e la sfera emotiva, porta il corpo fuori di se.
L’anima amplifica le dimensioni del corpo fino a non contenerla più.
Il corpo rinuncia alla propria materialità e si espande in un flusso
continuo di elementi primari.
Le composizioni diventano a questo punto pulsazioni, tanto è che
quando si mettono più dipinti in successione, si ha la sensazione
di vedere un ritmo ed un flusso sanguigno. Nelle fasi di mezzo tra
una compressione ed una depressione, pare di vedere il corpo
ricomporsi nello spazio circostante per poi scomporsi in modo
visibile nel dipinto successivo.
Interessa l’ambiguità di questo flusso, di cui si blocca un istante
nell’azione dentro uno spazio neutro dove le sovrapposizioni
indicano la profondità e ingannano sulle dimensioni mentali di
questa nuova materia generatrice.
Renata osserva il luccichio di ogni tessera e l’infinità delle
combinazioni possibili fanno capo ad un unico DNA. Anche quando
sembra scomparire totalmente, del corpo e del suo carattere rimane
intatta la matrice.
Ogni elemento si posa, modifica colore ed essenza, genera un ritmo
talvolta più udibile che visibile, tanto che la commistione tra gli
elementi interni e il confronto tra più lavori, genera la sensazione
di un componimento, dove codificate le note/colore ed attribuiti
gli strumenti/forma non si può escludere la costruzione di una
complessa melodia.
Un’evoluzione pulsante di scomposizioni e ricomposizioni del
corpo e dell’emozione che il corpo ospita ed il corpo modifica .
Una ricerca costante e delicata sulla migrazione dei sensi e del
pensiero, sulla natura dei sentimenti e quanto resta di se in chi/cosa
ci circonda.
Una dedizione che può solo essere femminile e che è carezza alla
natura più intima del corpo.
BIOGRAFIA
Renata ha iniziato con il realismo per poi evolvere progressivamente
verso l’astrazione.
Ha esposto a Buenos Aires, Roma, Barcellona, Perugia, Fratta di
Portogruaro, Fratta Polesine ed ha partecipato a svariate mostre
ed ex-tempore nel bellunese, ha inoltre partecipato a concorsi
ottenendo premi e svariati riconoscimenti .